Un banchetto… per intenditori (e per chi arriva in tempo)
- Filippo Parenza

- 5 ott
- Tempo di lettura: 1 min

Come alcuni di voi ormai sapranno, da un paio d’anni dirigo il Dipartimento Dipinti Antichi della Casa D’aste Dams di Roma.
Con il mio team stiamo ottenendo, con la dovuta umiltà e una punta d’orgoglio, ottimi risultati, frutto di un lavoro appassionato e, diciamolo, di qualche intuizione felice.
Oggi però non voglio parlarvi di noi, ma di un dipinto che mi ha davvero colpito e che andrà in asta il prossimo 23 ottobre. Si tratta di un grande olio su tela, “Il banchetto del ricco Epulone” (cm 202 × 285), che ho schedato in catalogo come Scuola maltese, XVII secolo (https://www.astedams.it/it/asta-0102/il-banchetto-del-ricco-epulone-30420).
Una scelta, lo ammetto, più prudente che conservativa, e vi spiego perché.
Qualche tempo fa ho avuto modo di vedere dal vivo un altro “Epulone”, passato in asta da Dorotheum (https://www.dorotheum.com/it/l/5137244/#), schedato anch’esso come Scuola maltese, ma già noto in fototeca Zeri come autografo di Mattia Preti.
Oggi quel dipinto si trova nella collezione del gallerista Lampronti, dove viene dato per Mattia Preti.
Ebbene, dopo aver confrontato a lungo i due lavori, posso dire che il nostro non è affatto inferiore per qualità pittorica. Anzi: per impasto, drammaticità luministica e composizione, merita tutta l’attenzione possibile.
Ho quindi preferito, in pieno spirito accademico e per non farmi trascinare da eccessi di entusiasmo, attribuirlo sobriamente alla Scuola maltese del XVII secolo.
Ma, tra noi, confesso che un occhio attento potrà riconoscervi molto di più.
Con una base d’asta decisamente abbordabile, credo che quest’opera sia uno di quegli affari da non lasciarsi scappare (sempre che non mi leggano troppi collezionisti, perché a quel punto… salirà, e anche bene).

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